Se ti dico che il tango argentino è una concentrazione non ragionata, una pausa temporale e un movimento lento, sentito e deciso.
Se ti dico che il tango argentino è ascolto della musica e interpretazione dei passi, intesa di coppia e condivisione d’intenti.
COSA NE PENSI?
Sì, il tango argentino è creatività prima di ogni altra cosa.
Vorrei sdoganare il pensiero, ormai atavico, di chi crede che il tango sia una mera esecuzione di figure imparate a memoria.
Certo prima di sfogare ogni libera interpretazione della musica devi aver fatto scuola, ma poi in pista devi imparare solo ad ascoltare il tuo compagno, la musica e te stesso.
Qual è la difficoltà che devi superare?
E’ proprio rendere fruibile e spontaneo ciò che hai imparato a scuola.
Lo so, pare una contraddizione in termini, invece credimi se ti dico che da un momento all’altro scatterà proprio questo dentro di te.
Una volta che hai individuato le regole che determinano i movimenti ti lascerai trasportare solo dalla musica, il vero volto estetico del ballo del tango argentino.
La musica ti permette di entrare nel flusso della libertà che coinvolge la coppia all’unisono, entrare in sintonia con il partner, ma avere il coraggio di lasciarti andare e avere fiducia nell’altro.
Il dialogo che si instaura comprende l’ascolto della musica e l’ascolto dei corpi, si forma quella meravigliosa armonia che osservi quando due ballerini sono in pista e pensi stiano componendo una lirica, tutto è possibile se chiudi gli occhi e ti lasci trasportare ognuno a suo modo perché nel tango non esistono regole fisse, al contrario di altri balli, ecco la distinzione dov’è.
La musica diventa quindi espressione personale dove anche l’imprevisto funge da improvvisazione, i ballerini devono saper superare gli ostacoli con la stessa naturalezza di quando decidono le figure e i passi da eseguire.
Nella durata del brano musicale la coppia decide come interpretarlo, il livello esperienziale è così intimo e personale che risulta perfetto qualsiasi siano le decisioni che la coppia prende.
Devi pensare a un microcosmo che si muove nel macrocosmo rappresentato da tutti coloro che interpretano autonomamente le note di un brano.
La storia della musica del tango è molto complessa, farò un articolo dedicato al tempo e alla metrica della composizione.
Ciò che oggi devi sapere è che i brani più ballati sono quelli meno commerciali, il metro più in uso è il dos por cuarto perché corrisponde alla camminata elegante che è una parte di tutti gli stili del tango dalla decade de oro a oggi.
I repertori si alternano tra l’introduzione del canto a una ritmica pura dei due quarti, i musicisti per una minore o maggiore pienezza ritmica, lo fanno per gusto, conoscenza della tradizione, fedeltà alle origini o scelta innovativa.
Ognuno è libero di esprimere il proprio sentire, ciò che importa a noi è trovare la capacità di sapere interpretare ogni ritmo, ascoltando in silenzio, chiudendo gli occhi, dentro di noi, l’armonia per interpretarlo con il movimento dei corpi e con la passione che ci fa muovere sulle sue note.
Ps: Se vuoi approfondire lo studio del tango ti segnalo alcuni libri di autori straordinari che ti aiuteranno ad entrare nella filosofia del tango argentino, nella musica e nella storia.
Ciao
Patrizia Gasparin
Tango Studio
1Horacio Ferrer: “El tango: su historia y evoluciòn”, Pena Lillo Ediciones, Buenos Aires 1999
Marco Brunamonti: “Il tango. Musica e danza.”
Horacio Salgán: “Curso de Tango”, Horacio Salgán, Argentina 2001,
Sergio Pujol: “Historia del baile”, Gourmet Musical Edicciones, Buenos Aires 2011
PPS: se sei interessato/a a una lezione di prova puoi chiamarmi al
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