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Domingo Federico (prima parte )

ASCOLTIAMO LA NOSTRA MUSICA PREFERITA E IMPARIAMO DI PIU’ SUL TANGO

In questo periodo di fermo obbligatorio ho pensato di rendere omaggio ad alcune orchestre di tango e i suoi autori.

Quando ti prende la nostalgia del tango, di TangoStudio apri you tube e ascolta questa musica.

Approfittiamo per farci una bella cultura perché, come sai, sostengo da sempre che il tango non sia solo il ballo in sè.

Avere una discreta cultura sugli autori più famosi di musiche tangere ti forma anche come ballerino.

Spero possiate apprezzare questa mia iniziativa, che parte dal conoscere Domingo Federico e mano a mano tanti altri.

Iniziamo

DOMINGO FEDERICO ( parte prima )

La vera carriera professionale di Domingo Federico iniziò nell’orchestra di Scarpino, poi passò a quella di Juan Canaro e nel 1941 era già membro dell’orchestra di Miguel Caló.

Con questa orchestra presentò il suo tango Al compás del corazón.

Nel 1943, dopo la separazione, formò la sua orchestra, debuttando al Café Select Buen Orden, in cui aveva come cantanti Alberto Tagle e Alfredo Castel, con al basso suo padre, che aveva imparato a suonare anche questo strumento.

Diversi cantanti passarono per questa orchestra: Ignacio Díaz, Carlos Vidal, Oscar Larroca, Mario Bustos, Hugo Roca, Enzo Valentino, Dante Rossi, Carlos Valdés, Armando Moreno, Rubén Sánchez e Rubén Maciel.

Il più rappresentativo di tutti era, naturalmente, Carlos Vidal.

E’ un periodo storico importante, siamo negli anni’40, la tecnologia inizia a formulare le sue prime parole, ci sono aspiranti sceneggiatori e cantanti che vogliono emergere.

L’Argentina è prospera e il tango e la sua musica iniziano a descrivere il modo di vivere a Buenos Aires.

Lo stesso Federico racconta: «In quegli anni c’erano tre tipi di persone: quelli che venivano ad ascoltare, quelli che venivano a ballare e le madri accompagnatrici.

La cosa divertente era che se dopo un ballo toccavi leggermente i capelli a una ragazza, avrebbero potuto ucciderti, ma paradossalmente ballando le potevi portare fino a casa! ».

Così nasce la sua ispirazione, nascono quelli definiti i suoi gioielli:

Yuyo verde”, “A bailar”, “Tristezas de la calle Corrientes”, “Percal”, tra gli altri bellissimi tanghi.

A bailar

“Fu scritto per chiudere le danze, ci racconta Expósito, ma raramente ha ottenuto quell’obiettivo. Udendo questo brano, il pubblico si alzava a ballare e il ballo andava avanti ancora per un po’”.

La colonna sonora fu eseguita con notevole successo dalla popolare cantante Lucrecia Evans nelle sue audizioni per Rades.

Famose le registrazioni di Aníbal Troilo con il cantante Fiorentino e Ricardo Malerba con il cantante Orlando Medina.

Ecco il testo della canzone con la traduzione.

ciao Patrizia Gasparin

A BAILAR

tango 1943
Musica: Domingo Federico
Testo: Homero Expósito

¡A bailar, a bailar
que la orquesta se va!
Sobre el fino garabato
de un tango nervioso y lerdo
se irá borrando el recuerdo…
¡A bailar, a bailar
que la orquesta se va!
El último tango perfuma la noche,
un tango dulce que dice adiós.
La frase callada se asoma a los labios
¡y canta el tango la despedida!
¡Vamos! ¡A bailar!
Tal vez no vuelvas a verla nunca,
y el último tango perfuma la noche
y este es el tango que dice el adiós.
¡A bailar, a bailar
que la orquesta se va!
Quedará el salón vacío
con un montón de esperanzas
que irán camino al olvido.
¡A bailar, a bailar
que la orquesta se va!

A BALLARE

A ballare, a ballare
Andiamo a ballare, su a ballare
che l’orchestra sta suonando!
Sul raffinato gancio
di un tango energico e lento
si cancellerà il ricordo
A ballare, su a ballare
che l’orchestra sta suonando!
L’ultimo tango profuma la notte,
un tango dolce che da l’addio.
La frase silenziosa si affaccia, sulle labbra
e il tango canta la strofa finale!
Andiamo! Andiamo a ballare!
Forse non potresti rivederla più,
e l’ultimo tango profuma la notte
questo è il tango che da l‘addio.
A ballare, su a ballare
che l’orchestra se ne va!
Resterà la sala vuota
con un sacco di speranze
che andranno sul sentiero dell’oblio.
A ballare, su a ballare
che l’orchestra se ne va!

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