Non ho idea quanti di voi sappiano che il tango è considerato un bene culturale immateriale dell’Unesco.
E’ entrato a far parte del Patrimonio dell’Umanità nel 2009.
Insomma il TANGO è come l’Isola di Pasqua in Cile, le Piramidi d’Egitto e la Grande Muraglia cinese.
E’ stata proprio l’Argentina a richiedere il riconoscimento vista la diversità culturale e il dialogo che esprime il ballo, rappresenta, in sostanza, l’essenza di una comunità e per questo motivo va salvaguardato.
Pensa che tra le persone che diedero il loro contributo per la sua divulgazione ci furono anche dei compositori figli di immigrati italiani come Di Sarli, Pugliese e De Caro.
Una cultura che viene dal basso ma che è stata esportata nei salotti aristocratici francesi prima di tutti da Carlos Gardel negli anni ’30.
IL TANGO PUO’ QUINDI ESSERE CONSIDERATO UNA FILOSOFIA INTELLETTUALE?
La risposta è sì.
Si parla di cultura e di storia, di espressione e di messaggi.
Ogni gesto o movimento è in relazione con la tradizione anche se ogni ballerino esprime o meno l’aderenza, visto che è libero di lasciarsi andare.
Se ci pensi anche la stessa improvvisazione può avere delle analogie con la tradizione.
Si può raccontare la propria storia, esprimere il proprio umore, essere in convergenza con la musica o andare in contrapposizione ad essa.
Che sia voluta o improvvisata la forma espressiva è sempre considerata un linguaggio.
Come ogni forma di comunicazione intellettuale anche il tango ha un valore educativo oltre che terapeutico.
Fidarsi di una buona scuola e di un buon insegnante aiuta a superare anche questo.
Che dire di più, solo quanto sono fiera di essere una ballerina di tango e aver raggiunto il mio sogno di avere una scuola per divulgare questa cultura.
ciao
Patrizia Gasparin